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Costa Rica – Herrmann-caso

Rimpatrio di un minore dalla Costa Rica in Germania.

Nota: Questo caso è stato seguito in collaborazione con un’organizzazione americana. Vi preghiamo di contattarci per maggiori informazioni.

Carola Herrmann, una cittadina tedesca che ha vissuto negli Stati Uniti per oltre 20 anni, si è creata una carriera come responsabile per una nota azienda di macchine utensili. La donna ha inoltre avuto una relazione con un cittadino costaricense e convissuto con lui per 12 anni. I due non erano sposati e lui non ha mai avuto un lavoro a tempo pieno. E mentre lei ha comprato casa, investito in proprietà locative e accumulato considerevoli risparmi pensionistici, l’uomo faceva il mantenuto. Come succede in tante relazioni, anche loro dovevano affrontare diversi problemi. Lui non lavorava mentre lei era una lavoratrice instancabile. Verso la fine della loro relazione Carola chiese all’uomo di sposarla in modo da sistemarsi, ma lui non ne aveva nessuna intenzione, dicendo di vivere “secondo la legge naturale dell’uomo” e di non avere bisogno del matrimonio per giustificare la loro relazione. Carola, ormai quasi quarantenne, decise di avere un figlio, sperando così di potersi un giorno sposare. I due quindi ebbero un figlio e il padre stava a casa, ricoprendo il ruolo dell’uomo casalingo. Nei due anni successivi il rapporto deteriorò, con episodi di violenza domestica e perfino colpi d’arma da fuoco che quasi colpirono la donna alla testa e che andarono fortunatamente a finire nel muro della camera da letto! A quel punti i due si separarono e lei continuò la sua vita e la sua carriera come ragazza madre. La coppia si era messa d’accordo che lei avrebbe lavorato e lui si sarebbe preso cura del bambino a casa di lei, o della propria madre, che viveva vicino a casa di Carola. In una di queste occasioni lei andò a lavoro mentre lui prese il bambino e sparì. Carola si rivolse quindi alle autorità locali, statali e federali. L’FBI emise un mandato per rapimento parentale ma il caso rimase irrisolto perché l’uomo era fuggito in Costa Rica, e c’era ben poco che le autorità statunitensi potevano fare in America Centrale. La sig.na Hermann ci contattò e ci assunse per trovare e riportare a casa suo figlio, strappandolo dalle mani del rapitore in Costa Rica. Avevamo ingaggiato uno dei nostri avvocati associati in Costa Rica e in meno di una settimana un giudice locale aveva emesso un ordine di rientro del minore e un’ingiunzione restrittiva nei confronti dell’uomo per violenza domestica. Ci vollero sei settimane e due squadre investigative appositamente scelte per localizzare il rapitore e trovare il bambino. Alle 3:30 del mattino, in una città portuale sulla costa pacifica della Costa Rica, l’Unità antidroga della polizia nazionale costaricana istituiva quello che sembrava essere un normale posto di blocco.  Quando l’auto successiva si avvicinò al posto di blocco, diversi agenti armati, accompagnati da una poliziotta, tesero un’imboscata al veicolo, arrestando il rapitore e recuperando il bambino. Il guidatore era conosciuto per essere un complice del ragazzo di Carola, e viaggiava perfino accompagnato da una guardia del corpo che, al momento dell’arresto, era in possesso di due pistole cariche. Carola era rimasta alla stazione di polizia locale, aspettando il termine dell’operazione, in compagnia del nostro operatore femminile.  Il bambino fu portato alla stazione di polizia e restituito alla donna, dopo essere stato per sei mesi in mano al rapitore.

CEIS

Il nostro ufficio si trova a L'Aia, NL, Europa

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IMPORTANTE !

Si sconsiglia vivamente di gestire autonomamente la situazione. 
Le misure potrebbero essere illegali e potrebbero ritardare il ritorno del bambino. 
I tentativi di riavere il bambino/i con la forza da altri paesi potrebbero:

  • Mettere in pericolo voi, il vostro bambino(i) e altri;
  • Pregiudicare eventuali sforzi giudiziari futuri che potrebbero rendersi necessari nel caso in cui voi stessi siate vittima di tali rapimenti;
  • Potreste rischiare la reclusione per molti anni! Voi e i vostri complici.

Infine, non vi è alcuna garanzia che la catena dei rapimenti termini con quello commesso da voi.
Un genitore che ha rapito con la forza deve costantemente nascondere il luogo in cui vive, nella costante paura che il bambino possa essere rapito nuovamente con la forza.
Se state pensando a intraprendere tali misure disperate, vi consigliamo di prendere in considerazione il trauma emotivo inflitto a un bambino che è vittima di un sequestro violento e di un violento ri-sequestro.
Sconsigliamo i ri-rapimenti violenti, non solo perché illegali, ma perché causa di possibili danni psicologici per il bambino.

Noi non usiamo metodi illegali, interveniamo in un altro modo.
Il nostro metodo di lavoro è strategicamente non-ortodosso, ma ovviamente legale e sicuro, con l’assistenza della nostra rete globale.
Il vostro caso deve essere costantemente preparato, monitorati e portato avanti (ad esempio) dalla nostra organizzazione.